Tag
Tutto è chiuso, ristretto
Finale. Già una volta
Morta. Eppure
Ribollente di vita
Chiedi una speranza
Di nascita
In fondo alle radici
Del tuo sofferente apparire
Quando avvicina le distanze
Lo sento sempre l’alitare,
Dal modo incerto
In cui cammino-
solo il lamento
ai bordi delle pagine
nasconde la gioia,
quale sia la ferita
con una mano sugli occhi-
Le acque si fanno più piccole
Ma si spiega in questa luce
Sul mio appennino
La lezione del fiume
Verso il grande mare
-miolimpidosposo-
In una lontananza irraggiungibile
Stendo la mano e mi tocco
Impastando il fango
Della vita quotidiana
Con la tua saliva. Voglio tornare
Nella mia foresta con le mani
Vibranti in alto come orecchie,
Alle pose dei miei cervi, scalza,
Mentre un canto che continua
A scandire da lassù
Il numero degli esercizi
Per il tribale battere dei piedi
Nel magnifico duetto-
e un madido declinare
sul sudore, che si porta dentro
il profumo di una primavera-
Pare eccitarsi con noi:
Assorbe la luce
e la restituisce
Come un respiro:
Un giorno così bianco,
Così bianco
E’ passato tanto tempo,
Ma se scuoti gli alberi discende
La polverina celeste, prima dei frutti,
Come l’avesse toccata l’incanto
Se ora vuoi ricordare,
Guardami in fondo:
due donne, sorelle affiancate
-“non crediamo nello strazio,
col dolore avuto,
picchia, ma non resta”-
Poco dopo le fonti
Siamo salve, come madri
Destinate alla speranza