Ho potato il giovane albero, i rami più bassi,
suturando le ferite, succhiando il sangue
dalla tunica di pelle, gettata nella polvere;
perché appaia la luce le carni sono aperte,
tagliate per il frutto che rivela le sue terre-
il nome che ritorna dell’anima vivente-
è così che crescerai, nella potatura,
mentre io diminuisco,
tenendo in conto l’Altro Amore
anche Tu hai perso il sangue di ogni mese
nelle acque uterine della notte
fino a Lui, Adam, sotto la spinta del dolore
con l’arresto della parola Madre
hai partorito te, dentro la casa,
passando dalle porte successive,
entrando nella gioia di metterti al mondo
nel cammino verso gli sponsali
hai svegliato il cane il giardino e i tuoi guardiani
Cercavi la sua immagine e nuove tutte le cose..
penetrando l’ombra fino in fondo
nei cieli interiori con un bacio
la debolezza si è capovolta in luce
e ai piedi dell’albero l’Istante,
gravido d’eterno, è un viso verde Ora
Distesa sotto il mandorlo, ho posto il viso
tra le ginocchia coronate, le più nascoste
delle profondità invernali,
prendendo forma come un seme,
ho toccato con la terra estrema
il mio giovane figlio in cielo
alla nascita della sua benedizione .
siamo alberi capovolti noi
e come alberi camminiamo
con le radici nell’invisibile
e le fronde sono i piedi e sono madri
morse dal serpente, e sono Edipi gonfi
nel foro aperto Achilli deboli
Terremo in mano quel piccolo tallone
rinascendo, con l’Amore
ungeremo i piedi dei bambini
prima della cena, guariremo la ferita-
del padre ucciso, dei figli orfani, e delle vedove
con ciò che è più prezioso , come il nardo
dalla testa ai piedi, avremo cura del germoglio
distinguendo dal nocciolo la scorza
in una sola lingua. Sulla Porta degli dei
sposeremo nostra Madre
per resuscitare il Padre
nel luogo più profondo e più elevato
saremo congiunzione
divenendo l’un l’altro il Suo Nome
Corona alla sommità dell’Albero