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C’è un tempo del segreto
che  attraversa sottotraccia l’accadere
delle rune che l’anima rimanda
non più corpo d’abitare
nel dolcevuoto della clandestinitá
sulla strada  per Ourika non hai casa
non hai spazio dove mettere le voci
con la cura  della lana, a non fare le parole
moribonde, ritrovarle nella conca dei rumori

in quel gesto è lì, come un pittore sulla tela,

che si dà forma ad ogni altro suono

l’ultima voce che nasce quella nuova

intorno a quel che resta della cova

sul brano di un cuore -sommerso dalla notte

non diventa carne che la odora senza muri-

nella crepa dello spazio fresco

(sapresti indovinare)

dove l’aria ti passa per la pelle
 

 È Verbo dell’alba
sapendo i fiori
tra i solchi delle strade
la tocchi come casa
se rimani ad ascoltare
nella camera votiva,
la stanza d’oro,
dove il respiro non si perde
chiudendo l’inizio con la fine
della sua stessa voce lungo il viso.

Sulla strada per Ourika