Abbiamo smesso di camminare
Fatto l’amore tra i rami
Nello spazio cavo di un tronco
E di noi stessi. I volti somiglianti
A figli nostri- ancora bianchi di tamburi-
A un giorno che non muore, una madre
Che non fa un passo con in petto il sole
Niente potrebbe svegliarci
Disincarnati e pieni di luce
Ornati di foglie con mani d’argento
Nessuna parola descrive l’interno solitario
Gli sposalizi di albero in albero
Le volute delle immagini , le meraviglie
Di un bosco coraggioso, l’ultima canzone,
Dilatandoci lo sguardo, senza voce,
Nel Vuoto della gioia. Eravamo inesistenti
Al viaggio delle distanze, come specchi
Seduti sul bordo di un letto
Nascosto in campo d’amore
Col chiarore del pensiero ci avvertiamo
conservandolo -col calore se potessimo-
è già amare-
Riesci a sentirli? Puoi sentire i tamburi?
Tutto ritorna a casa. Senza lasciarci soli
L’Assenza. L’anima vede, basta un Nulla,
E siamo doppi sebbene ciechi, sentiamo
Ritornare la luce di ogni giorno. Per vivere
Ci contempliamo trasparenti ci attendiamo
Nel grande centro Silenziosamente
Abbiamo smesso di camminare
Per ricevere la Luce che rimane