L’ Inatteso

fracassa le pareti della mente

con la dolcezza feroce di un affanno

tra turbamento e lingua la tua Voce

come penetrasse l’atmosfera

e noi

posati in mezzo  un campo i giuramenti

.nati con la camicia benandanti

nella lista degli angeli. all’indietro

trasciniamo le mele dallo stesso lato

dissetando le piante con una mano sola

dalla punta dei piedi ci allontaniamo. insieme

commossi e bensapendo dentro-

sotto quale neve nella pelle

dell’Altro– tremiamo soli

 

E’ bianco tormento d’invisibile

chinarsi a terra per baciare il velo

su questa brevità dell’occhio

che svanisce

che  cambia- la vita senza tregua

si afferra a tutto quel che può– mi dici

con la solennità del sacerdote:

verranno i giorni delle messe

diventeremo madri delle cose

di più sottili confessioni silenziose 

si fa pretesto un corpo_

                             _in cui deporre i se

portando il peso di un’immagine tremante

nella figura che alimenta Attese.

In quello scambio d’avvenire va il congedo

al confine dei prati,  alla salita,

coi piedi nudi  al boscovecchio –credimi:

modalità dell’accadere è respirando

senza posa – sulla china del profondo

resiste puro lo sguardo, e ci sovrasta

[dove gli alberi camminano in avanti.]