Un filo d’aria mi rinasce
nel giardino sordomuto
la dolcezza di colline
è un tempo d’uva
e tesoro silenzioso
il melo si apre gravido
nello spazio delle gambe
svuotando l’orizzonte
in pause lievi nella mente
la distanza si contrae
sul polso della Vita
l’anulare:
è la grazia di un pensiero
l’indugio per toccarti più selvaggio
il gemito più corto della terra
nel breve canto della lingua
guidandoti le mani nel profondo
s’inchina la prima lacrima di gioia
dove desidera essere carezzata
sei Tu. Il poeta
che leggi il mio labiale,proprio qui,
per quanto sia lieve
per i vuoti in gola
tenendo accesa la luce
al centro del sentiero
come aria che suona