Legando l’emozione
al grido di dolore primordiale-
la storia immaginata senza tetto
tra le mani- stringo le foglie d’erba
e Whitman
con occhi fermi di bellezza circolare
l’incontro con i resti di natura
Ci sono sguardi in fondo al verde
pupille vere
Geni dei bambini che non hanno
un posto dove stare a testa in su
ciò che nasce non è altro sulla foglia:
un volto geme nel suo cadere dentro
a piene mani qualcosa ch’è rimasto
nella schiuma dei giorni profumata
un’acqua di bambino la fonte dei segreti
mai finisce
l’attesa del respiro, le mani nella gioia
il Nome dell’incanto immaginato
nel punto culminante d’innocenza
ha preso in mano la paura e ha fatto il bianco
avvolgendo il cuore d’altra pelle in una vasca
ha scritto per il corpo irrorato la sua carne:
un vento largo si è scucito sopra il seno
come il tassello di un più vasto mosaico
-un atlante eterogeneo, un’anima che passa-
compone gli orditi calcola per giochi
di forme liquide, di cosmogonie,
le vie dei canti stanno nell’amore
il gesto-magia che imprime sulle tracce
dando vita a colline con gesti di grazia
un disegno complesso e affascinante
Se vieni più vicino se ti chini per guardarlo
si trasforma in un altro e nuovo bianco
“firmando per l’anima ed il corpo“