Aveva tutto il corpo magnetizzato
dalla Concordia, anche i suoi occhi
salivano piano per riabituarsi a me :
i rimproveri per le macchie sulla maglia,
chè non cambia il dolore
se tieni il sole fuori
L’uno all’altro uguali
nelle pause
che lasciano al silenzio
il tempo delle immagini
lo spazio intorno
di ” più niente”
l’accadere del giorno
“senza mamma”
si assottiglia nel cercare minimo
un filo come voce, un passo breve
nello spazio bianco spalancato
C’è troppo lutto.
scorre come l’acqua
negli occhi che si spezzano
a pietà
tra la sua testa piccola
e la mia spalla debole
vorrei una fossetta
per accogliere miracoli
dove il tepore alita paura
rovescia dentro una preghiera
l’abbraccio buio di mio padre