Lo ritrovo qui, nella mia savana
all’altezza degli occhi in Trasparenza
tra le pieghe dell’azzurro l’elefante
–già andato avanti–
le orecchie dormono come ali
un’idea dopo l’altra al ritmo di una marcia,
che più m’intenerisce al mondo,
incrollabile di fedeltà viaggiatore Vero
sul bordo bianco ritorna ai posti amati
per anelli. Io credo che Lui sogni una martora
la macchia bianca nella gola come un cuore
lo scavare nelle tane, il suo passo inconsistente
nella neve. del manto bruno ami la lirica
mai livida di freddo dove vive il suo idioma
a che prezzo si accuccia nel silenzio
dell’inverno. Quando amina lascerà il mio corpo
non è per elefante amato che vorrei rivivere
nel giocoliere di strapiombi
d’intesa con l’altezza, un cervo
a prendere l’aria con i piedi
nelle discese acrobata violento
Io credo che Lui sogni un elefante
libero di urtare al buio che gli passa accanto
gli anni leggeri sulle spalle di millemila
storie messe a dimora nitide di caldo
rovente, immaginarlo quando la notte aiuta
a vedere il suo ritorno incerto rovesciando
nella pelle il cuore l’ombra grande
Nell’atto d’unione, nel desiderio Tu
sei un uccello dentro i polmoni
così grande cresci per bellezza
Non è Te che vorrei essere domani
al riparo dei boschi quel cervo. solo
per continuare a sognarti
come l’Altro da me che amo
Alpi Marittime- Fotografia di Luigi Maria Corsanico Nastasi