Solo gli Angeli sono generosi
quando portano via le lacrime
lasciando nuove rose
un nuovo nome alla poesia
sul quale camminare
anime, una nell’altra sempre
con un nevaio sulle spalle
e una parola magica, una casa
Se ne potrebbe, non si può dire
di più dai buchi profondissimi degli occhi
fino allo splendore di essere simili fratelli
nella voragine delle mani che cercano di aprireù
modi impossibili tra i palmi per trattenere l’acqua
che un bambino ci ha passato da una riva all’altra
rallentando il passo, se ne potrebbe dire di più.
Nel passaggio stretto puoi solo accendere candele,
farti piccolo
traverso le montagne inestinguibili
le cose
prendono il nome giusto dal cantare
all’indietro,
fino alla grazia del nome Rimanere
senza più dire. come una promessa, come compito :
sul frammento caduto da un cielo generoso
-che è impossibile riattaccare a nulla che si conosce-
piantarci una tenda, tornare ogni volta che hanno sofferto
–chinando il viso troppo avanti perdendo il loro peso–
nel canto di partenza che vede fino a un bacio
il ricongiungimento cieco per conoscersi
alla voce
Quanto coraggio nel silenzio che chiude il cerchio e tace.
poetella ha detto:
conosco quel tipo di coraggio.
L’ho imparato e fatto mio.
Ed ogni volta che vacillo, respiro forte e lo rinnoivo.
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Amina Narimi ha detto:
è di quel silenzio il coraggio,sì..ed ogni volta si rinnova
Grazie amicacara e forte !
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poetella ha detto:
🙂
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Sabatina Napolitano ha detto:
Grazie
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