Ho messo nel baule d’aramen
le parole che ti fanno andarevia
fasciate a una a una nell’oblio :
il bianco che si posa tra la carne
il sogno di chi porta dentro i fiori
l’infinito così largo in mezzo al petto
E’ stato assorbito tutto.
Poi viene un tuffo – dove cadi-
sale alto che non parla ancora
sbiancando una luna sul sentiero
l’angolo dove mette piede il cuore
Un’ intermittenza, cerca altra cosa:
l’altra metà della memoria
scaglia oggetti dentro gli occhi
per colpirci, per amarci ancora
fa sembrare nuova la prova dell’origine
ed antica la nuova sensazione.
Il fantasticare è così assiduo !
che stringe l’avvenire a giuramento.
Nel corteo di phantasma e phantasia
riprenderebbe il canto- ed è per questo
che –amorevolmente- non ti scrivo :
come ogni cosa qui_
che dialoga a distanza_
è tutto l’ll possibile
– in nessun luogo mai.