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Ti porterò ogni volta a piedi

Sulle Vie dei sogni

Un recitato di preghiera

un calpestio di cervi claudicandi

che hanno imparato Zingiriàn

toglie respiro al sonno. sulle tempie

si fanno gemme ai fianchi i rami

invano viene sera e la calma nel cortile

Un pieno di Sole non scompare

ovunque vadano i raggi  a sbiadire soia

durerà a lungo il viso acceso per soffiare

le foglie di abacaba sulle braci, scaverò

una buca con le mani  per tizzoni

-non si sarebbero più spenti-

verso un volto ignoto di frontiera

a rivedere la stessa Terra, un’altra mano

fare il segno della croce. sul lembo di foresta

annaffiando i fiori. fino all’ultimo rifugio

la stessa pace. a scendere le scale

della  sua esistenza -di un vivere come vuole-

ho diffuso una danza lenta nelle fiamme

sulla Testa di Nostra Madre. indurito la punta

delle frecce. Conserverò l’acqua –agli occhi

per i campi di pianura. le radici dolci

a cielo aperto. della Tua Poesia il sangue

una miniera per la fame -rifugio d’animali-

metallo grezzo sulla canoa del tempo:Urihi

sulle Vie dei sogni. lo stesso fuoco si riposa

Col silenzio sulle spalle di un monsone

che chiude il tuo bagliore di granito

tra le dita. ti porterò ogni volta a piedi

per la prima volta leggendo sabbia

il mio piccolo Dio tenendo a bada

le mosche nere dalla taiga ai Dani

Dal sottobosco alle montagne

respirerò appena il NomeErrante

battuto dal vento con le mesa

affidandomi al segreto che rimane

dei bambini quando vogliono Restare

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