” La casa è uscire fuori nella notte”
– Marina Cvetaeva-
Nella chiusa di vento ti seguo
-le ultime impronte le ombre-
scura sul vetro dell’acqua
sulla carne coperta di luce
avvolta nel rame.
Impressionato lo sguardo
all’origine
l’anno che sta per raggiungere
Il suo mese più immobile
sfonda il destino la minima voce
la minaccia che stringe
-a mancare la vista-
discesa nell’arco sgranato
l’acutezza del bordo,
il mormorio
delle viti. dove si è giunti
ti annuncia :
l’odore mandato
-Tante volte
a memoria-
nella brezza
che trema
a capo nudo
per terra
grondo di neve
nell’estate
raccolta
come un voto:
il tempo
dell’agosto
che mi ferma
sul ciglio del fuoco
– Suo ubbidito-
una luce
a tutte le luci
diversa.