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Lo scalpiccio di zoccoli

come un sestante al risveglio

che sa dove ti trovi nel caos

Ventisei respiri al minuto

l’infinito stretto in un poco-
 
in un niente
hai superato la memoria
dilatando ciglia
percorso una parabola
scambiando sopravvivenze
nel nodo alla gola
ti ho riconosciuta
dentro quel pozzo di calore
con le gambe a penzoloni
intrisa di luce
tre volte nata
prima d’iniziare il giorno
con un altro cuore
Nuda- in presenza di me stessa
nella luce dritta la Tua voce
scendeva la montagna
cercando una preghiera
da parte a parte l’io
nel corpo (a corpo) assomigliavi a tutto
tra il centro della mente e il tempo
che mancava a quello spazio
nella luce addolorata
mi sei venuta incontro
nell’angolo di sete
colmando l’illusione
che morire è generare un atto magico
un voto di conoscenza
che ci attende
nell’ora inesistente
nel viso più nascosto
siam per mano
dove la parola viene a dirci
che Ritorna
e Forza antica
la donna che hai nel volto
se ci passi sopra le dita
 la notte Rimane
nella luce dritta la Tua voce