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Là dove l’ombra s’addensa al dirupo fila il bambù
la lama curva del khukuri, le corde sottili, due volte l’anno
c’è una preghiera che inizia l’offerta di fiori di frutta
di riso, prima del rito del fuoco
brillano le Laboriose, ogni pochi secondi
lucciole nel fumo pulsano
gli alveari più grandi del mondo
i nidi in ghirlande d’oro, i favi
E’ limpido filo sul viaggio lo sguardo
nervo scoperto tra costole fragili
Un laccio alla vita la mira che taglia
dal vivo di pietra le api in_ dolore
pulsa e risale la caccia un lembo di stoffa
un capo fiorito, la mussola
l’ll seme di nido reciso
cervo nelle vene giallo che vibra
aderente,si fa carne al bisogno
la bocca nel cerchio di miele,
pezzi violenti di vita nelle mani
sfumano le laboriose al filo.
Nella fata verde, di emozioni crude
si mostra ora la distanza
in appiglio la verticale
sangue di miele,Sua khatat
primitivo coraggio
strumento di libertà
ventisqueras ha detto:
ma che bella scoperta il tuo blog,,,
ti sorrido
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amina narimi ha detto:
Grazie per avermelo scritto, ti auguro buona giornata
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ancorase ha detto:
La dolcezza rende schiavo chi non la possiede.
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