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Non posso darti al mare
Madre
-prigioniera dell’amore
sono ancora occhi le tue viti-
la mia famiglia
l’odore dell’incenso
da quell’onda mi hai respirato
nella bocca, in salvo
per le braccia giovani
sfinite
nello spasimo mortale
mi fa male
mia madre in tutto l’ll corpo.
nella pancia troppa voce
tiene insieme
le cose che ci hanno fatte
in due
Ti ho scavato una vista piccola
su Cipro
nell’avamposto sulla libreria
e la promessa di farti libera
dal rame
Viene buio presto
anche nei giorni lunghi
ogni mattina trovo neve da spalare
La fatica si fa droga a muovere i minuti
sbatte la luce di là dell’amore
a volte resto in casa
ad imbiancare
-quaresima dove mi perdoni- in una rosa
infin di vita- sta
l’eternità
di un’ancella luminosa
Obbedirò.
in quell’ora dove finire
è espandersi
dove non arriva l’ll suono
oltre la grazia , ti lascerò andare
le tue ceneri per quello stesso mare
nel compimento la tua pace
di tutti i lamenti. Libera
d’aria benedetta
legata alla montagna
Danzerà sui mari
la Tua brace
nel bosco