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Ti sposti
nell’avvicinamento del mancarsi
del raggiungersi
nella sera che va colmandosi di luce
ho visto l’acqua che tracima
farsi l’ll segno della croce
inginocchiandosi
nell’erba delle insenature
respirare con ogni ramo
per entrare
nella navata di chiarore
con tutto il corpo
come una candela guardo in cima
difendendo con il palmo la fiammella
come chi va nel buio in alto
chiama le cose chiare sulla fronte
consumandosi il respiro
-figlia del monte-
impregnata di questi valichi
d’appennino e di te
che misuri la mia terra
come un cervo
e lo fai con la luce