Lumino al valico d’attesa
alla gola sciolta nel suo venire,
illesa, di pane imparato alla distanza.
che solo stando insieme avremmo detto:
-è un miracolo. sui Tre Pini
l’ingiunzione dell’incrocio, le Ganzole –
dove regnava dio e in tutto il cielo.
Sbucando da una nebbia a perdere
qualcosa che non s’indovina:
la fede. c’era lassù
qualcosa di mai visto.di ordinato
quel troppo chiaro d’improvviso
senza gradi di separazione
nella confusione e a stelle fisse
mi mangiava il fiato
ad ogni verso sola.
nel dramma della luce
la garanzia di ricevere – senza corpo-
la candelora a mani nude, nella piaga
Hai dilatato i pori
lo squarcio e quel cercare verso il Sasso,
intorno e al fondo
Luminosa d’Altro Canto.
Là dove resisto