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Non parlano Emettono suoni nel legno
tra i secchi di lino un fruscio
di una esigua famiglia che sgrana
bacche tra i piedi. In sollievo
si scrivono sopra la pelle, di viola
nel giallo di spore, battono il petto
come bucato Ritessono un modo
plurale di sagome chiare. Lo scollo del Tauro
nel lichene di amina trafigge tutta la valle:
la testa dei geni tra membrane in groviglio
di more passa la vita messa a dormire
con latte disciolto succhiato dai corvi
di spine e dolore. Ci siamo spezzati anche noi –
in una sola parola- di pane
sfilati come le perle che hai sulle dita.
Metti verbena alle ciglia! Falle sottili
da vedere lontano tra i sassi, invecchiati,
i fiori –pestati – senz’occhi : siamo Noi. quelli
Invisibili
Rimane Piantato l’Amore
Si salva. Nel nome. Germoglia
la Felce -fra i nostri mantelli
grezzi di lana-
otto raggi di luce e un bambino
a narimi