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Nuoto e porto in salvo nidi di legno,
sui miei capezzoli, uno dopo l’altro
e accanto. il punto dove andrà,inciso
il carattere,la grazia-uno spazio di rifugio
dov’è più lucida la ragione degli alberi-
Dove sgocciola la vita, April
ti prendo il polso
come alla febbre .nella pancia
metto ciò che sono, chi mi nutre
slogature.cervi nudi di povertà:
il rumore che s’alza dalla gola
il sangue ai piedi alla mattina
in un lago di neve
sprofondo il petto nella tua corteccia
carica di tane,di fiaccole a ninive
Ascolto: se l’inferno è ricordare
che resiste.fa male.Il compito
di dimenticarlo;claudico
lo strabismo è normale.E amo
di una speranza disumana
mentre riparo il viso
dalla stessa parte:la fede
mi tocca fino a sentire
April che parla-
come al buio,quando sapevo
i lineamenti di mia madre