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Scalda il palmo della mano
la possibilità residua l’ll fiato
che rimane sulle labbra chiuse
di nero religioso. stridono
le bende-asciutte parabole-
in pugni di riso. senza calma
si allungano a mostrare la salvezza
di qualcuno che verrà. non importa
se la nuvola passa veloce. io
continuo a vedere che danza la luna
-“la bellezza è nei Geni di chi guarda”
Non basta alzare gli occhi in alto !?-
Foro la pianta dei piedi, il coagulo
accovacciato dentro l’incavo che “svuota”
la scheggia blu.
Comincio a nascere adesso
tra la navata e l’altare resta sempre
un rettangolo Aureo, una nicchia di luce-
quanti quadrati puoi sottrarre-
non importa. Se zoppico.
Voglio viaggiarle insieme