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La parola nell’occhio grida
una dolcezza assorta
nell’ombra della guida
incombe solo la natura
su per i “tornanti” della sera
il ciglio della strada è insufficiente
per difesa,ancoraggio inerme
la salita degli dei

 

 

 

 

 

La pieve si stringe a madia,in fa minore
sostanza elementale di soprano
la vera casa è il viaggio,di contralto
in stabat mater dolorosa
gli archi, juxta crucem lacrimosa
dum pendébat Filius
il basso continuo;lentamente piango in Pergolesi
come imparare a crescere,una transumanza:
un lume ad olio gli occhi restano
in asse lungo il movimento
del mare grosso tutto intorno
s’incurva di lineamenti nitidi mia madre

Ho paura e canto
ai piedi del cervello
dove nessuno può vedermi
altro dai cipressi
-che non hanno braccia-

Dorothea Roschmann batte in picchiata ai vetri
quando gli angeli a bocca chiusa
fanno le comete e senza saperlo
mi ritrovo a casa

Eia,mater,fons amoris…
domani staccherò l’alianto
dai muri
il futuro arriva come un gatto